Con la trasformazione della Ricordi in una società per azioni, a partire dal 1956 inizia una fase di consolidamento. La successiva attività dell’impresa è focalizzata su due obiettivi. Il primo riguarda la promozione di una generazione di giovani musicisti, per cui viene coniato il termine di “cantautori”; il secondo è rivolto alla musica colta contemporanea. I cantautori vengono lanciati sul mercato dalla Dischi Ricordi, divisione pop appositamente fondata all’inizio del 1958 e diretta da Nanni Ricordi. Similmente a quanto era accaduto nel XIX secolo con le generazioni precedenti, anche adesso la casa editrice riesce a contribuire in maniera decisiva allo sviluppo e alla promozione di una sfera importante della cultura italiana. È il medesimo intuito familiare che agisce ancora una volta in maniera infallibile? Nella prefazione a una monografia commemorativa di Nanni Ricordi, apparsa nel 2010 per iniziativa del cugino (di terzo grado) Claudio Ricordi, questo istinto è definito come “il giusto equilibrio tra grande produzione culturale musicale e illuminata gestione aziendale.” Da questo volume di testimonianze, che raccoglie le voci dei più importanti cantautori della scuderia Ricordi, emerge chiaramente come anche Nanni, fedele alla tradizione dei suoi antenati, seguisse un principio che già nell’Ottocento aveva contribuito all’affermazione della casa editrice: la scoperta di nuovi talenti e la loro promozione sullo sfondo di uno stretto sodalizio tra editore e autore. La chiave del successo risiede soprattutto nella contemporanea introduzione di una novità tecnica: la diffusione del disco singolo, sviluppato nel 1949 dalla RCA Victor, che invece di 33 giri al minuto ne fa 45, e che in Italia viene chiamato pertanto “45 giri”.
Nanni, nato nel 1932, studia legge a Milano e parallelamente si dedica al pianoforte, dapprima seguendo un’inclinazione spontanea, poi con sempre maggior impegno; si perfeziona a tal punto da poter sostenere un esame presso il Conservatorio. Durante la sua attività presso la SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) a Roma, frequenta abitualmente i teatri lirici e di prosa, dove fa la conoscenza di Luchino Visconti, Maria Callas ed altri artisti, sviluppando un fiuto particolare per il talento musicale e i suoi esponenti di rilievo. In seguito, insieme a Franco Colombo, dirige per alcuni anni la filiale Ricordi di New York. Qui, attraverso l’incontro con personalità artistiche molto diverse – tra cui Gian Carlo Menotti, Marilyn Monroe, Leonard Bernstein – riceve importanti impulsi che, dopo il suo rientro in Italia, si concretizzeranno nella fondazione della Dischi Ricordi. La scena newyorkese gli insegna soprattutto a riconsiderare criticamente la rigida separazione, ormai consolidata in Europa, di musica colta e musica leggera.
Nel 1957 viene prodotto alla Scala il primo disco Ricordi: si tratta dell’opera Medea di Cherubini, con Maria Callas nel ruolo di protagonista. Per l’occasione Nanni si fa inviare da New York l’equipaggiamento della leggendaria casa discografica Mercury (che oggi rappresenta artisti come Elton John, Lionel Ritchie e Mariah Carey) e si occupa con grande perizia della tecnica di registrazione e delle condizioni di produzione. Nasce così un’incisione che ancor oggi colpisce per quella “sapienza nel rendere la tinta scenica cara a Verdi”.
Dopo il successo di Medea, che esce in occasione del centocinquantesimo anniversario della casa editrice, Nanni si concentra sulle possibilità di sviluppare proficuamente la produzione discografica. Il suo interesse si rivolge quindi alla musica leggera, che nella strategia aziendale, malgrado gli sforzi di Mariano Rapetti, era rimasta finora nell’ombra. Ispirato dai successi riscossi dalla chanson francese (Brassens, Brel) molto in voga al momento, e dall’ondata pop-rock di origine anglosassone, Nanni va in giro per Milano alla ricerca di talenti. In un locale del centro, il club Santa Tecla, fa la conoscenza di un chitarrista di nome Giorgio Gaberscik e lo incoraggia a comporre delle canzoni; con il nome di Giorgio Gaber ne fa poi il primo cantautore della Dischi Ricordi. L’obiettivo di Nanni è di rivoluzionare il gusto antiquato delle tradizionali canzonette del Festival di Sanremo, al di là degli stili nazionali o dei confini di genere: “La difficoltà era trovare della musica che durasse nel tempo e che fosse esportabile, essendo allo stesso tempo un bene di consumo come lo fu La traviata”. Nel periodo seguente la Dischi Ricordi pubblica le canzoni di Gino Paoli, Luigi Tenco, Ornella Vanoni, Enzo Jannacci, Lucio Battisti e altri ancora. Nanni e sua moglie Marisa mantengono inoltre in vita la tradizione del “salotto Ricordi”, invitando a casa artisti, musicisti e non, per delle serate conviviali in cui la musica è sempre protagonista.
La casa editrice Ricordi, che nel frattempo ha trasferito lo stabilimento da Viale Campania a Via Salomone, malgrado il successo della Dischi Ricordi, non riesce a intessere un vero legame con la musica popolare. Per questo motivo, Nanni Ricordi accetta nel 1963 di trasferirsi a Roma presso la filiale italiana dell’americana RCA. Nel 1964 dirige il Festival dei Due Mondi di Spoleto, dove inaugura un ciclo di concerti dal programmatico titolo “Bella ciao” (come il titolo di quella che è la canzone più conosciuta della Resistenza italiana), che presenta le tradizionali canzoni popolari italiane.
I cantautori che gravitano intorno a Nanni Ricordi appartengono, in linea di massima, all’area politica di sinistra e la loro musica, sotto il profilo sociale e contenutistico, è complementare all’altro filone della produzione editoriale che ha inizio nel 1958. Casa Ricordi diventa, infatti, la patria editoriale degli esponenti di spicco delle avanguardie musicali e in primo luogo di quel teatro musicale che, dopo un orientamento inizialmente piuttosto conservatore, trova in Italia decisivi impulsi di rinnovamento: Luigi Nono, Bruno Maderna, Luciano Chailly, Luciano Berio, Giacomo Manzoni, Franco Donatoni, Luca Lombardi, Sylvano Bussotti, Azio Corghi, Giorgio Battistelli e Salvatore Sciarrino. Comincia la collaborazione con i festival nelle città di Milano, Torino, Bologna e con la Biennale di Musica di Venezia, con istituzioni di scambio culturale all’estero, come i corsi estivi di composizione di Darmstadt o il Festival di Donaueschingen. La natura internazionale di Casa Ricordi, che caratterizzava già il periodo ottocentesco, si riafferma ora con nuovi significati.
La casa editrice conserva le sue filiali in Francia (Parigi), Gran Bretagna (Chesham, nei pressi di Londra), Germania (dapprima a Lörrach e Francoforte, poi a Monaco), negli Stati Uniti (New York), in Argentina (Buenos Aires), Brasile (San Paolo). Nel 1961 Guido Valcarenghi ne diventa Presidente, seguito da Carlo Origoni e nel 1982 da Gianni Babini. Dal 1964 Guido Rignano è amministratore delegato e direttore generale. Sotto la sua regia Ricordi sviluppa delle strategie intese a soddisfare i gusti sia del vasto pubblico che dell’élite musicale.
Vengono così a delinearsi i quattro filoni principali dell’attività editoriale. Il primo è la rivitalizzazione della classica tradizione operistica italiana con le riprese in catalogo, dal 1957 al 1966, di numerose partiture, trascrizioni per pianoforte e singole edizioni. Vengono ad esempio ristampate le arie di opere di Verdi come Un ballo in maschera, Otello, Falstaff, nonché Tosca, Madama Butterfly, Manon Lescaut di Puccini e La Wally di Catalani. Ulteriore conseguenza dell’attenzione rivolta alla tradizione, ed è questo il secondo filone, è l’iniziativa di pubblicare edizioni critiche delle opere sulla base dei manoscritti autografi (Rossini, Verdi, Vivaldi). Impulsi decisivi vengono a tal proposito dal reparto redazionale di Ricordi, diretto da Luciana Pestalozza dal 1964 al 1991 e da Gabriele Dotto a partire dal 1992. L’edizione critica delle opere di Rossini, inizia nel 1969 con la pubblicazione de Il Barbiere di Siviglia curata da Alberto Zedda, musicologo urbinate e direttore presso la New York City Opera, nonché specialista di Rossini, e prosegue poi in collaborazione con la Fondazione Rossini di Pesaro.
L’edizione critica di tutte le opere di Verdi è realizzata in co-edizione con la University of Chicago Press, sotto la supervisione del musicologo statunitense Philip Gossett. Il primo volume è Rigoletto, nel 1983, che poi sarà il punto di partenza per una rappresentazione in cartellone presso la Staatsoper di Vienna. Seguono le edizioni complete delle opere di Donizetti (in collaborazione con la Fondazione Donizetti di Bergamo, a cura di Gabriele Dotto e Roger Parker), delle opere di Bellini (in collaborazione con il Teatro Massimo di Catania, a cura di Fabrizio Della Seta, Alessandro Roccatagliati e Luca Zoppelli) e di Puccini (a cura di Gabriele Dotto), delle sonate di Domenico Scarlatti e delle composizioni di Antonio Vivaldi (in collaborazione con l’Istituto Italiano Antonio Vivaldi).
Il terzo fulcro dell’attività editoriale continua ad essere la didattica musicale, con la pubblicazione di numerosi manuali per lo studio del pianoforte, breviari di canto, introduzioni alla musica. Da menzionare in questo contesto anche il proseguimento della tradizione dei periodici e della pubblicistica libraria di Ricordi. Dal 1951 al 1957 appare la rivista Ricordiana; dal 1958 al 1965 ricompare Musica d’Oggi, vengono pubblicate l’Enciclopedia della Musica in quattro volumi e una collana dedicata alla saggistica, la Piccola Biblioteca Ricordi, nonché una collana di libretti in una nuova veste editoriale.
Anche la musica colta contemporanea, ed è questo il quarto filone, trova una sua collocazione precisa all’interno della casa editrice: della sua promozione si occupano soprattutto Luciana Pestalozza (che a metà degli anni Settanta concorre in maniera sostanziale alla fondazione dell’influente ciclo milanese di concerti “Musica nel nostro tempo”) e Mimma Guastoni, dagli anni Sessanta collaboratrice della ditta, dal 1981 caporeparto e dal 1995 al 1998 responsabile della gestione. Ricordi continua ad essere considerata l’azienda leader in Italia, soprattutto per quanto riguarda il teatro musicale: “[…] il mercato teatrale era assorbito dalla sola Casa Ricordi”. Mantiene il proprio indirizzo europeo, con una forte presenza di compositori britannici e francesi nelle filiali di Londra e Parigi, ma resta anche un punto di riferimento editoriale per quelli italiani. Mentre nell’editoria musicale si pensa di regola che il compito della casa editrice vada raramente oltre la composizione tipografica e la stampa delle partiture, da Ricordi si è affermata al contrario una lunga tradizione di redattori qualificati, che lavorano con eccezionale competenza e in molti casi diventano consulenti stretti degli stessi compositori. Questo, insieme alla vasta rete di distribuzione e alla modernità degli impianti, costituisce per la casa editrice un ulteriore vantaggio in vista dell’acquisizione di nuovi autori. Nel XX secolo due redattori godono di una fama quasi leggendaria presso i compositori e i direttori d’orchestra: Raffaele Tenaglia e Fausto Broussard. Il primo, altamente stimato da Puccini, lavora per la Ricordi dal 1913 al 1961, prima come libero collaboratore e poi come direttore del noleggio del materiale musicale, caporedattore e responsabile della produzione. Fausto Broussard è caporedattore dai primi anni Sessanta fino al 1996. In lui, come ricorda Luciana Pestalozza, i giovani compositori dell’avanguardia avevano una cieca fiducia, “si rivolgevano a lui per risolvere ogni problema per la preparazione dei materiali musicali e avere un consiglio su particolari tecnici”. La cura dei nuovi lavori viene svolta, su scala ridotta, per un pubblico di specialisti, le strategie di marketing non si orientano sui quantitativi dei prodotti venduti, bensì sulle loro caratteristiche qualitative. È importante coltivare i contatti con i principali festival di musica in Italia e nel resto d’Europa. La diffusione della musica moderna, infatti, dipende proprio da simili manifestazioni, create appositamente a tale scopo: favorire i contatti tra i vari ensemble, promuovere e organizzare le rappresentazioni di questi lavori altamente specializzati sotto il profilo musicale. I corsi estivi internazionali di Darmstadt, che nel 1946 rifioriscono per opera di Wolfgang Steinecke, e nei quali si alternano lezioni di compositori di fama internazionale e concerti (i corsi esistono ancora oggi), sono un punto di riferimento importante anche per Casa Ricordi: i suoi autori vengono invitati come docenti e fungono quindi da moltiplicatori di un programma editoriale che si allarga sotto il profilo stilistico, mentre le opere stesse vengono presentate al pubblico durante i concerti. Tra i compositori stranieri che la casa editrice accoglie nel proprio programma, ci sono nomi importanti come Gerard Grisey, Brian Ferneyhough, Magnus Lindberg, Klaus Huber, Younghi Pagh-Paan, Heiner Goebbels, Rolf Riehm, Peter Eötvös, Olga Neuwirth.